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“Scienza in Centro… la scienza raccontata fuori dai laboratori”  

Lecce - 10.04.2014 - “Scienza in Centro… la scienza raccontata fuori dai laboratori”

Si terrà il 10 aprile pv alle ore 18.30, presso il Teatrino dell’ex Convitto Palmieri in via Benedetto Cairoli a Lecce, il settimo appuntamento con Scienza in Centro… la scienza raccontata fuori dai laboratori, la rassegna di incontri divulgativi con cui il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie dell’Istituto Nanoscienze del CNR, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili e Comunitarie del Comune di Lecce e l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Lecce, racconta la scienza fuori dai luoghi in cui è prodotta con il proposito di fare del sapere scientifico un patrimonio di conoscenza alla portata di tutti.

 

Scienza in Centro, luogo in cui il pubblico più vario ha l’opportunità di incontrare dal vivo ricercatori e scienziati per condividere assieme e, in maniera informale, curiosità, esperienze e conoscenza, questa volta aprirà il dialogo su temi di interesse biomedico, in particolare punterà l’attenzione sui test genetici destinati alla predizione di malattie comuni, prendendo a modello la malattia diabetica.

 

L’incontro, dal titolo “Genetica e diabete, un paradigma di buona scienza ma anche di…pubblicità ingannevole” vedrà protagonista Vincenzo Trischitta (Professore Ordinario di Endocrinologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore del Laboratorio di Diabetologia ed Endocrinologia presso l’IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo).

Introdurranno brevemente: Ross Rinaldi (Docente presso l’Università del Salento, leader del gruppo Nanobiotech presso l’Istituto Nanoscienze del CNR), Simona Manca (Assessore alla Cultura della Provincia di Lecce) e Alessandro Delli Noci (Assessore alle Politiche Giovanili e Comunitarie del Comune di Lecce).

Il progetto è ideato e curato da Gabriella Zammillo (Tecnologo presso l’Istituto Nanoscienze del CNR).

 

 

Abstract


Il ruolo della biologia e della medicina diventa ogni giorno più rilevante in una società alla ricerca costante di maggior benessere e salute. E’ quindi probabile che ogni cittadino sia chiamato a prendere decisioni su aspetti d’interesse biomedico che gli sono poco noti o addirittura del tutto sconosciuti. Una base di conoscenza pur se minima è, perciò, irrinunciabile per decidere liberamente del proprio destino e contribuire consapevolmente a costruire la società in cui si desidera vivere. Se questo è vero per tutti i campi della scienza, è tanto più vero per la scienza  biomedica. Essendo la salute, infatti, un bene primario, è inevitabile che vi si concentrino grossi interessi economici; è ancora più importante, quindi, che il cittadino sia bene informato e pronto a esercitare scelte ponderate. E’ perciò necessario che medici e ricercatori escano dai loro reparti e dai loro laboratori, liberandosi di un mal risposto snobismo intellettuale, e vadano in mezzo alla gente. Pretendere di essere ascoltati su argomenti di loro competenza, non è solo un nostro diritto, ma anche e soprattutto un nostro preciso dovere. “Perché il male trionfi, è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione” (Edmund Burke).

L’incontro verterà sull’eccesso di procedure diagnostiche di cui la medicina odierna soffre, nello specifico, sull’uso dei test genetici per la predizione di malattie comuni, prendendo a paradigma la malattia diabetica.

Negli ultimi anni sono stati identificati molti marcatori genetici (si chiamano polimorfismi e sono nient’altro che piccole differenze inter-individuali nella sequenza del nostro genoma) che si associano a tante malattie comuni a larghissimo impatto sociale quali il diabete, l’infarto del miocardio, l’obesità, l’ipertensione, l’osteoporosi, etc. Ciò ha fatto ipotizzare che questi marcatori siano utilizzabili per predire il rischio di sviluppare le malattie cui sono associati facendo intravedere, conseguentemente, la possibilità di notevoli guadagni tramite la commercializzazione di test predittivi. In effetti, approfittando della quasi totale mancanza di regole e leggi al riguardo, questi test sono già oggi disponibili, su richiesta diretta dell’interessato e senza l’intervento del medico. Ma questi test sono davvero utili?

Chi è

Vincenzo Trischitta è Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università “La Sapienza” di Roma dove dirige un gruppo di ricerca su genetica del diabete e delle complicanze cardiovascolari; è inoltre Direttore del laboratorio di Diabetologia ed Endocrinologia presso l’IRCSS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo. Ha svolto periodi di studio negli Stati Uniti presso le Università di San Francisco, Stanford e Harvard. Ha fondato e coordina il “The GENIUS T2D Consortium”, un consorzio appunto fra diversi Istituti di ricerca italiani, l’Università di Dallas e la Harvard Medical School di Boston per l’identificazione dei geni che stanno alla base del diabete tipo 2 e delle sue complicanze. 
Insignito del “Premio alla Carriera Scientifica” dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) nel 1993 e del “ Premio alla Carriera Scientifica” della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) nel 2005; membro della Società Italiana di Endocrinologia (SIE); della Società Italiana di Diabetologia (SID); dell'European Association for the study of Diabetes (EASD) e dell’ American Diabetes Association  (ADA); è autore e co-autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste internazionali soggette a “peer-review”.
Ha fondato il sito di divulgazione scientifica “500WORDS”, nell’idea che sia un dovere degli scienziati portare le loro conoscenze all’attenzione di un pubblico laico, per una società più consapevole e libera.


Info gabriella.zammillo@nano.cnr.it

Link http://www.nano.cnr.it/index.php?mod=eve&id=37

People Gabriella Zammillo

 


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